NUOVE NORME DEFAULT BANCARIO PER IMPRESE

In vigore dal 1° gennaio 2021 - Norme e Aggiornamenti

28/12/2020

Si ritiene opportuno richiamare l'’attenzione in merito all'’avvio della piena operatività, a partire dal prossimo 1° gennaio 2021, delle nuove disposizioni europee in materia di definizione di default.

 Allo stato l’entrata in vigore delle nuove disposizioni rimane confermata. Al riguardo, si ritiene opportuno allegare la "Guida semplice per le imprese sulle nuove disposizioni europee in materia di definizione di default" definita congiuntamente cona l'Associazione bancaria da scaricare sotto

Si ricorda che le nuove regole sono state definite dall'Autorità Bancaria Europea (EBA) e dalla Commissione Europea con il Regolamento delegato (UE) n. 171 del 19 ottobre 2017, che ha specificato i criteri per la fissazione della soglia di rilevanza, a cui si dovranno attenere le autorità di vigilanza.

In estrema sintesi, tale regolamentazione prevede la classificazione in default da parte della banca dell'impresa che, per oltre 90 giorni consecutivi, è in arretrato di pagamento "rilevante" sulle scadenze previste nel contratto di finanziamento.

Le nuove regole europee individuano la soglia che identifica un arretrato "rilevante" - ed oltre la quale l'impresa debba essere classificata in default - fissandola ad un ammontare superiore a 500 euro (relativo a uno o più finanziamenti) che rappresenti più dell'1% del totale delle esposizioni dell'impresa verso la banca. Per le persone fisiche e le piccole e medie imprese con esposizioni nei confronti della stessa banca di ammontare complessivamente inferiori a 1 milione di euro, l'importo dei 500 euro è ridotto a 100 euro.

Ciò significa che, sulla base di questa impostazione, un'impresa potrebbe essere classificata in stato di default dalla banca finanziatrice anche per il mancato pagamento, protrattosi per oltre 90 giorni consecutivi, di importi di modesta entità.

Si segnala inoltre che il superamento della soglia di rilevanza va valutato a livello di gruppo bancario, tenendo quindi in considerazione tutte le esposizioni dell'impresa nei confronti di banche e intermediari finanziari dello stesso gruppo.

Inoltre, diversamente dal passato, non potranno essere utilizzati margini attivi dell'impresa disponibili su altre linee di credito per compensare gli arretrati in essere ed evitare di classificare l'impresa come inadempiente.

Sin dall’approvazione di tali disposizioni e, ancora con maggiore incisività nel corso dell’ultimo anno, la Confederazione - anche in raccordo con l’Associazione Bancaria Italiana -  si è attivata a livello sia nazionale che europeo, per creare i presupposti per uno slittamento dell'entrata in vigore delle nuove regole che, in linea generale, stabiliscono criteri più stringenti rispetto a quelli finora adottati dagli intermediari finanziari italiani nella classificazione dei debitori in "default". Da ultimo, è stata inviata nei giorni scorsi alle più importanti autorità europee una lettera congiunta in cui si esprime la forte convinzione che il contesto economico determinatosi in relazione all’emergenza sanitaria, imponga di riconsiderare i tempi attuativi degli interventi normativi pensati e definiti nel contesto pre-crisi, la cui attuazione rischia oggi di interrompere il percorso già faticoso verso il ripristino di condizioni di normalità.

AL MOMENTO NON E' PREVISTA ALCUNA PROROGA. VI TERREMO AGGIORNATI

Aggiornamento del 30 dicembre 2020

 

A seguito di numerose richieste di informazioni (email e telefonate) sulle nuove norme di Default bancario che coinvolge le imprese ed i privati cittadini vi segnaliamo che nella giornata di ieri, sul tema, sono intervenuti due fatti:

 

 

 

1) L'ABI (Associazione Bancaria Italiana), Confcommercio e altre associazioni di categoria hanno scritto agli organi di controllo (Commissione Europea, EBA etc.) per chiedere l'immediata sospensione del provvedimento ed in particolare si segnalano i seguenti punti:

a) Viene richiesta la proroga al 31 dicembre 2022 del termine ultimo per l’entrata in vigore della nuova definizione di default, attualmente fissato al 1° gennaio 2021, con l’obiettivo di scongiurare le conseguenze indesiderate di restrizioni nell'offerta di credito. La classificazione di un debitore come inadempiente comporta, infatti, importanti conseguenze non solo per la banca, ma anche in termini di accesso al credito dei clienti. L'introduzione di criteri più rigorosi per l'identificazione del default avrebbe quindi anche effetti diretti sulle prospettive di ripresa;

b) Modifica delle soglie di rilevanza. Non è possibile mantenere i livelli di 500 euro e 100 euro;

c) Introdurre una flessibilità maggiore e non i soli 90 giorni consecutivi di inadempienza;

 

2) La Banca d'Italia è uscita con un comunicato chiarendo che al momento l'applicazione del provvedimento non cambia rispetto a prima, e più esattamente dice " La nuova definizione di default non modifica nella sostanza le segnalazioni alla Centrale dei Rischi, utilizzate dagli intermediari nel processo di valutazione del "merito di credito" della clientela. Riguarda esclusivamente il modo con cui le banche e gli intermediari finanziari devono classificare i clienti a fini prudenziali, ossia ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali minimi obbligatori per le banche e gli intermediari finanziari" (leggi qui il comunicato completo della Banca d’Italia)

 

Noi non ci sentiamo assolutamente rassicurati da questo ultimo comunicato e pertanto continuiamo a seguire l'evoluzione della situazione. Il consiglio che possiamo dare, qualora si abbiano posizioni dubbie, di avere una interlocuzione con il proprio istituto di credito e capire come si comporterà.

 

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